Sant'Anna e i "Fichi ca Canna": Tradizione, Devozione e Dolcezza del Sud



🌿 Sant'Anna e i "Fichi ca Canna": Tradizione, Devozione e Dolcezza del Sud 🌿


26 Luglio – Una giornata di fede, memoria e sapori antichi


Il 26 luglio, nel cuore dell’estate, il sole picchia forte, i grilli cantano nei campi e le cucine si riempiono di profumi antichi. È la festa di Sant’Anna, madre della Vergine Maria, simbolo di maternità, pazienza e protezione. Una figura amata, soprattutto nelle comunità rurali del Sud Italia, dove la devozione si intreccia con la semplicità della terra e con i suoi frutti più dolci: i fichi.


🌿 I fichi ca canna: più di un frutto, un rito


Tra luglio e agosto, maturano i primi fichi: teneri, zuccherini, dorati dal sole. Nelle campagne, era tradizione metterli a seccare su stuoie di canna, intrecciate a mano o poggiate su telai di legno. Da qui il nome: “fichi ca canna”.


Questo non era solo un modo per conservarli: era un gesto d'amore e di pazienza, proprio come quelli di Sant’Anna. Le donne, spesso le nonne – le “mamme due volte” – curavano ogni fico con attenzione, lo aprivano in due, lo esponevano al sole e lo giravano ogni giorno, fino a ottenere quella dolcezza intensa che solo i frutti del Sud sanno dare.


🌸 Sant’Anna: la Nonna del Cielo


Nella tradizione cristiana, Sant’Anna è la madre di Maria e dunque la nonna di Gesù. Protettrice delle madri, delle partorienti e dei nonni, è celebrata con particolare affetto in tutte le famiglie legate alla terra. Nelle chiese a lei dedicate, il 26 luglio si portavano le primizie dell’orto, ma anche i fichi seccati, come simbolo di gratitudine e abbondanza.


E in molte case, quel giorno, si mettevano fichi a seccare proprio come offerta simbolica: un gesto che univa fede, stagionalità e memoria.


🕊️ Una dedica speciale: per mia mamma


In questo giorno dedicato a Sant’Anna, il pensiero vola a chi portava questo nome con fierezza e dolcezza: Aamma. Una presenza forte, silenziosa, fatta di piccoli gesti e occhi che sapevano comprendere.


Lei, come Sant’Anna, era roccia e rifugio. Curava il suo giardino, con la stessa attenzione con cui accudiva i suoi cari. Non c’è bisogno di vederla per sentirla: vive in ogni raggio di sole che scalda il balcone, in ogni profumo d’estate, in ogni cosa che sa di casa.


🍇 Conclusione


Il 26 luglio non è solo una data: è un intreccio di devozione, natura e memoria. È il giorno in cui la fede si fa frutto, in cui la figura di Sant’Anna si riflette nei volti delle nostre nonne, e in cui anche un fico seccato al sole racconta storie d'amore, di mani operose e di cuori che non dimenticano

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