Il giorno in cui Roma unì la Sicilia al resto del mondo



Il giorno in cui Roma unì la Sicilia al resto del mondo


Lo Stretto di Messina è sempre stato un confine liquido.

Qui le correnti s’inseguono come bestie selvatiche, il vento si infila tra le coste come un ladro di voci, e l’acqua sembra proteggere gelosamente l’isola dal resto della terra.


Eppure, raccontano gli antichi, un giorno i Romani osarono ciò che nessuno aveva mai tentato.


Il ponte degli elefanti


Era il 251 a.C..

Il console Lucio Cecilio Metello aveva appena vinto a Palermo, catturando un tesoro vivo: oltre cento elefanti cartaginesi, bestie mai viste in Italia.

Per portarli a Roma, dove sarebbero stati la prova vivente della potenza romana, bisognava attraversare lo Stretto.


Le navi, per loro, erano trappole strette e fragili. Così — dice la leggenda — Metello ordinò di costruire qualcosa di inaudito:

una passerella galleggiante fatta di botti legate, tavole di legno, strati di terra per ingannare le zampe pesanti, parapetti per nascondere l’abisso d’acqua.


E così, in una giornata sospesa tra storia e mito, una colonna di elefanti marciò sul mare, avanzando tra due sponde che mai erano state unite.


L’eco di un mito


Di quell’impresa parlano Strabone e Plinio il Vecchio, ma molti secoli dopo i fatti.

Alcuni dicono che non fu un vero ponte, ma un intreccio di zattere; altri pensano che sia soltanto una favola.

Ma il fascino resta: chiunque si trovi a guardare le due coste, può quasi immaginare quelle sagome imponenti, lente e silenziose, avanzare sopra l’acqua.


Un sogno che ritorna


Duemila anni dopo, lo stesso sogno torna a bussare.

Oggi si parla di un ponte sospeso, lungo oltre tre chilometri, con torri più alte di qualsiasi campanile italiano.

Un’opera che promette di ridurre distanze e cambiare destini… e che, come il ponte di Metello, divide tra entusiasmo e scetticismo.


Forse non sapremo mai se il “ponte romano” esistette davvero.

Ma sappiamo che lo Stretto di Messina è da sempre un luogo dove la realtà si mescola alla leggenda, e dove ogni generazione sente il richiamo di unire ciò che il mare ha diviso.

Commenti