7 Ottobre: La ferita aperta di Israele. Due anni dopo l’attacco di Hamas

 7 Ottobre: La ferita aperta di Israele. Due anni dopo l’attacco di Hamas


Il 7 ottobre non è più solo una data sul calendario. È diventata una cicatrice collettiva, un punto di rottura nella storia recente del Medio Oriente.  

Nel 2023, mentre Israele celebrava Simchat Torah, Hamas lanciò un attacco coordinato senza precedenti. Oggi, due anni dopo, il Paese si ferma per ricordare, per piangere, per chiedere verità. E il mondo osserva, diviso tra diplomazia, silenzi e memoria.


---


🔥 L’attacco del 2023: cronaca di un trauma


Alle prime luci del 7 ottobre 2023, Hamas avviò l’operazione “Diluvio di al-Aqsa”.  

- Circa 5.000 razzi furono lanciati dalla Striscia di Gaza in poche ore.  

- Miliziani armati penetrarono in Israele da 119 varchi, colpendo basi militari, kibbutz, villaggi agricoli e il Nova Music Festival nel deserto del Negev.  

- Il bilancio fu devastante: 1.250 morti, tra cui donne, bambini, anziani, artisti, soldati.  

- Circa 250 persone furono rapite e portate a Gaza. Di queste, 48 sono ancora prigioniere.  

- Israele rispose con l’operazione “Spade di Ferro”, dando inizio a una guerra che ha causato oltre 67.000 vittime palestinesi, secondo fonti umanitarie.


L’attacco non fu solo militare: fu simbolico, psicologico, mediatico.  

Colpì la fiducia, la sicurezza, la quotidianità. Trasformò un festival musicale in un campo di morte. Un sabato di festa in un giorno di lutto.


---


🕯️ Le commemorazioni del 2025: memoria e resistenza


Due anni dopo, Israele si ferma.  

- A Reim, luogo dell’attacco al Nova Festival, è sorto un memoriale spontaneo: magliette, foto, lettere, fiori, strumenti musicali.  

- A Nir Oz, kibbutz distrutto, si è svolta una processione con il gruppo “Cavalieri per gli ostaggi”, che sfilano con bandiere e volti dei rapiti ancora in vita.  

- In tutto il Paese, sirene e minuti di silenzio scandiscono il ricordo.  

- Le scuole, le università, i luoghi pubblici si fermano per riflettere.  

- In Italia, il ghetto di Roma e altri luoghi della cultura ebraica sono stati blindati per motivi di sicurezza.  

- Il presidente Sergio Mattarella ha definito l’attacco “una pagina turpe della storia”, richiamando alla vigilanza contro l’antisemitismo e alla difesa della memoria.


---


🕊️ Diplomazia e speranze di pace


Mentre il dolore si rinnova, la diplomazia tenta di ricucire.  

A Sharm el-Sheikh, si tengono colloqui tra Hamas, Israele, Egitto, Qatar e Stati Uniti.  

- Hamas propone di consegnare le armi a un comitato egiziano-palestinese, ma rifiuta la gestione internazionale di Gaza.  

- Il presidente Donald Trump ha definito “positivo” l’atteggiamento di Netanyahu, spingendo per un accordo rapido.  

- Le famiglie degli ostaggi chiedono verità, giustizia, ritorno.  

- Le ONG denunciano crimini di guerra, violazioni dei diritti umani, emergenze sanitarie.


La pace sembra lontana, ma ogni tavolo di dialogo è una possibilità.  

Ogni parola pronunciata è un passo, anche se incerto.


---


📣 E noi? Il ruolo della memoria


In un mondo che corre, la memoria è resistenza.  

Il 7 ottobre non è solo una data: è un monito.  

Contro l’oblio, contro la banalizzazione del dolore, contro ogni forma di terrorismo.


Ricordare non è solo commemorare. È scegliere da che parte stare.  

È dare voce a chi non può più parlare.  

È chiedere giustizia, non vendetta.  

È costruire ponti, non muri.


---


✍️ Per chi crea, per chi scrive, per chi lotta


Se sei un artista, un attivista, un blogger, un cittadino:  

- Racconta questa storia.  

- Condividi un’immagine, un verso, un pensiero.  

- Crea un contenuto che non si dimentichi.  

- Usa il 7 ottobre come punto di partenza, non di chiusura.


Commenti