La contadina e la ricottina dei sogni

La contadina e la ricottina dei sogni

Pina era una donna di terra e di vento. Ogni sabato, prima che il gallo finisse il secondo chicchirichì, si alzava, si lavava con l’acqua fredda del pozzo, si legava il fazzoletto alla testa e ci posava sopra, con precisione da chirurgo, la sua ricottina bianca, tremolante, profumata.

Non la metteva in cesta, né in piatto, né in panno: in testa. Come si porta un pensiero importante, come si porta un sogno che non si vuole sporcare.

“È fresca di stamattina,” diceva, “e chi la compra, si porta a casa un pezzo di luna.”

Partiva a piedi, con le scarpe consumate e il passo deciso. La strada per il mercato era lunga, ma lei la conosceva a memoria: ogni buca, ogni sasso, ogni gallina che attraversava senza guardare.

Ma quel giorno, Pina aveva la testa piena. Non solo della ricotta, ma di progetti.

“Se la vendo bene,” pensava, “mi compro le scarpe nuove, quelle col laccio rosso. E poi un po’ di stoffa per farmi una gonna, che la festa di San Rocco è vicina. E magari… magari mi prendo pure un gallo giovane, che canta all’alba e non mi risponde male.”

Camminava e fantasticava. Ogni passo era un piano, ogni respiro un sogno, ogni saluto un calcolo di spesa.

“E se resta qualcosa,” continuava, “compro due uova, un po’ di zucchero, e faccio la torta per la comare Assunta, che ha la tosse da tre settimane. Così magari si addolcisce.”

Il sole saliva, il vento giocava tra le foglie, e Pina, assorta nei suoi pensieri, non si accorse della pietra traditrice che spuntava come un rimorso.

Un inciampo, un grido, un tonfo. La ricottina, bianca e tremolante, volò dal fazzoletto e si spiaccicò in mezzo alla strada, tra la polvere e le impronte delle capre.

Silenzio. Poi un sospiro. Poi Pina, con gli occhi pieni di delusione, guardò la pozza bianca e disse:

“E niente… oggi né scarpe, né stoffa, né gallo. Solo terra e ricotta.”

Si sedette sul bordo della strada, guardando la gente che passava, ognuno con la sua cesta, il suo passo, il suo destino.

Una bambina si avvicinò, guardò la ricotta per terra e disse: “Ma è ancora bianca. Vuol dire che era buona.”

Pina sorrise. “Era buonissima. Ma non basta essere buoni, bisogna anche stare attenti a dove si mettono i piedi.”

La bambina rise. E Pina, con un filo di ironia, aggiunse:

“Domani la metto in una cesta. I sogni, almeno, che non si spiaccichino.”

Morale: Chi cammina con la testa piena di sogni deve ricordarsi di guardare anche dove mette i piedi. Perché la ricotta è delicata, ma la realtà… non sempre è gentile.

 

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