20 Dicembre – La Soglia Silenziosa dell’Attesa
Il 20 dicembre è una data che passa spesso in punta di piedi. Non ha la solennità dell’Immacolata, né la poesia luminosa di Santa Lucia. Eppure, proprio per questo, è una soglia preziosa: un giorno sospeso, in cui l’Avvento si fa più intimo, più raccolto, quasi un respiro trattenuto prima dell’ultima corsa verso il Natale.
Siamo nel cuore della settimana che precede la festa. Le strade sono un misto di frenesia e stanchezza, i negozi sembrano orchestrare una sinfonia di “ultimi regali”, e le case iniziano a profumare di impasti, spezie e tentativi di ordine. Ma il 20 dicembre invita a un’altra cosa: a rallentare.
🌟 La simbologia del giorno
Nella tradizione antica, questi giorni erano chiamati feriae interioris lucis, le “ferie della luce interiore”. Non si celebrava nulla di esterno: si custodiva ciò che stava maturando dentro.
Il 20 dicembre è il giorno in cui:
- la luce ha già iniziato a vincere, anche se non ce ne accorgiamo
- il tempo sembra più corto, ma il cuore più largo
- l’attesa non è più un esercizio, ma una promessa
È un giorno che chiede silenzio, ma non un silenzio vuoto: un silenzio abitato.
🔔 La voce dell’Antifona “O”
La liturgia oggi canta: “O Chiave di Davide”, simbolo di apertura, di passaggio, di porte che finalmente si spalancano.
È un invito a guardare alle nostre chiavi quotidiane: quelle che aprono, quelle che chiudono, quelle che abbiamo perso, quelle che non sappiamo più usare.
Forse il 20 dicembre è proprio questo: un giorno per ritrovare la chiave giusta.
🕯️ Un gesto per oggi
Proponi ai tuoi lettori un piccolo rito, semplice e comunitario:
Accendere una luce per qualcuno che non vediamo da tempo.
Non un gesto nostalgico, ma un ponte.
Una fiamma che dice: “Ti penso. Ti tengo qui, nello spazio buono del mio dicembre.”
😄 Una nota ironica, alla Giovanni
Il 20 dicembre è anche il giorno in cui:
- il panettone “di scorta” diventa improvvisamente quello principale
- ci si accorge che il presepe ha un pastore in più e non si sa da dove sia arrivato
- si inizia a dire “dopo Natale mi rimetto in riga”, con la stessa convinzione con cui si dice “domani mi sveglio presto”
È un giorno che ci ricorda che la vita è fatta di dettagli, di piccole imperfezioni che diventano storie.
🎁 Conclusione
Il 20 dicembre non chiede clamore. Chiede presenza.
È il giorno in cui l’Avvento diventa casa: una casa che non ha bisogno di essere perfetta, ma abitata, vissuta, condivisa.
E allora, oggi, camminiamo piano.
La luce sta
arrivando.
E noi siamo già sulla soglia.

Commenti
Posta un commento