22 Dicembre – Il Giorno della Soglia: quando l’Attesa diventa Presenza

 


22 Dicembre – Il Giorno della Soglia: quando l’Attesa diventa Presenza

Il 22 dicembre è un giorno che spesso passa inosservato. Non è una festa, non è una vigilia, non è un anniversario. Eppure, proprio per questo, custodisce un valore unico: è il giorno in cui l’Avvento cambia consistenza. 
Non siamo più nel tempo della preparazione, ma in quello della soglia. Un confine sottile, quasi impercettibile, in cui la promessa comincia a farsi realtà.

🌘 Il solstizio è appena passato: la luce ricomincia a vincere
Il calendario ci dice che l’inverno è iniziato da poche ore. Il solstizio ha toccato il punto più basso, il sole ha sfiorato il limite della sua corsa, e ora lentamente risale. 
È un movimento minuscolo, invisibile a occhio nudo, ma potentissimo nel suo significato: 
la luce ritorna.

Nelle tradizioni antiche, questo era il tempo dei fuochi, delle veglie, dei racconti che servivano a tenere viva la speranza. Oggi non accendiamo più falò nelle piazze, ma qualcosa dentro di noi continua a rispondere a quel ritmo primordiale: il bisogno di luce, di calore, di un senso che illumini il cammino.

🕯️ La quarta candela: la fiamma che non chiede più nulla
La quarta domenica d’Avvento ha già acceso la sua candela. È la fiamma della pace, della pienezza, della promessa mantenuta. 
Le prime tre candele erano domande: 
- Siamo pronti 
- Siamo in cammino 
- Siamo vigilanti 

La quarta è una risposta: 
Siamo qui. E ciò che deve arrivare sta arrivando.

Non è più il tempo dell’ansia, ma quello della fiducia. Non serve correre: serve restare.

🧵 Il 22 dicembre è fatto di fili sottili
È un giorno di dettagli, di gesti piccoli che preparano il grande. 
È il giorno in cui:
- si chiudono le ultime incombenze di lavoro 
- si sistemano gli ultimi pacchetti 
- si manda quel messaggio che rimandavamo da settimane 
- si cucina qualcosa “per provare”, che poi diventa tradizione 
- si ripensa all’anno che sta finendo, senza giudicarlo troppo 

Sono fili sottili, quasi invisibili, ma intrecciati insieme costruiscono un clima, una casa, un modo di stare al mondo.

🏙️ Milano e l’hinterland in questi giorni: un teatro di contrasti
Chi vive tra Milano e Sesto San Giovanni conosce bene il ritmo di questo periodo. 
La città corre ancora: traffico, mezzi pieni, uffici che chiudono, negozi che esplodono di luci. 
E poi, all’improvviso, un momento di quiete: una strada insolitamente vuota, un tram che passa lento, un cielo che si fa rosa sopra le fabbriche dismesse.

È in questi contrasti che l’Avvento si manifesta: 
nel rumore che lascia spazio al silenzio, 
nella corsa che si arrende alla pausa, 
nel cemento che si lascia attraversare da un raggio di luce.

🌾 Le tradizioni che resistono (anche quando non ce ne accorgiamo)
Il 22 dicembre non ha una tradizione forte come Sant’Ambrogio o Santa Lucia, ma è pieno di riti minimi che si ripetono ogni anno:
- la spesa “seria” per i giorni di festa 
- il controllo delle ricette della nonna 
- il presepe che si completa 
- la casa che si riempie di profumi: cannella, arancia, brodi, arrosti 
- le telefonate ai parenti lontani 

Sono riti che non hanno bisogno di essere dichiarati: accadono, e basta. 
E proprio per questo sono preziosi.

🌟 Il senso profondo del 22 dicembre
Questo giorno ci ricorda una verità semplice: 
la luce non arriva all’improvviso. Si prepara. Si avvicina. Respira.

Il 22 dicembre è il respiro prima del canto, la pausa prima della festa, il silenzio che permette alla parola di nascere. 
È un invito a rallentare, a non bruciare l’attesa, a non trasformare il Natale in una corsa contro il tempo.

🎁 Un gesto per oggi
Non serve fare grandi cose. 
Basta un gesto che apra uno spazio:
- una telefonata sincera 
- un grazie detto bene 
- un perdono sussurrato 
- un ricordo accolto senza paura 
- un sorriso regalato a chi non se lo aspetta 

La luce che torna non chiede altro.

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